È la nostra storia. E la storia di un luogo va raccontata qualunque essa sia e così se ha avuto rilevanza per il suo sviluppo economico e quindi per il bene della comunità essa va valorizzata riconoscendo a chi ne ha promosso quello sviluppo anche la cittadinanza onoraria.
La vicenda la conosco molto bene, perché la ricerca di questa storia è mia e molti concittadini di una certa età mi hanno aiutato a ricostruirla, ma anche tanti forestieri o perché vissuta direttamente o perché raccontata dai figli o nipoti.
Mi apparve subito importante la frequenza di Roccaraso del principe Umberto di Savoia.
Venne a Roccaraso la prima volta all’età di due anni inconsapevolmente con la madre e due sorelle, la Regina Elena, Mafalda e Jolanda. Passata la Prima Guerra Mondiale tornò da giovane studente e fino all’estate del 1942 ogni anno veniva a sciare. Il Principe promosse un flusso sciistico e turistico di nobili e gente comune che innalzarono questa località al vertice di quelle italiane. La coppa del vincitore delle varie manifestazioni sciistiche era donata la lui. Fu lui che illuminò il presidente dell’Azienda di Soggiorno e Turismo ed alcuni imprenditori per la costruzione del primo impianto di risalita, la Slittovia del Monte Zurrone; l’esitazione era notevole, perché per costruire una funivia il denaro a disposizione non bastava, mentre quell’impianto del quale Cortina d’Ampezzo ne stava realizzando ben tre era molto più economico.
“Roccaraso la porto nel cuore” affermò ad alcuni nobili napoletani che lo incontrarono in esilio.
Ecco, sono state queste le ragioni che mi spinsero a suggerire al Sindaco di Roccaraso Camillo Valentini di conferire al Re la Cittadinanza Onoraria alla Memoria di Roccaraso. E quando incominciai a descrivergli queste ragioni mi fermò e disse “So tutto, i miei genitori, come i tuoi, che hanno vissuto quell’epoca, me lo hanno raccontato e perciò ritengo giusta questa onorificenza. Porto l’argomento al prossimo Consiglio comunale.
Con deliberazione n. 1 del 1° marzo 2003 il Consiglio comunale si espresse positivamente.
A metà maggio successivo il Sindaco e la Giunta comunale, accompagnati dall’Assessore regionale al Turismo Massimo Desiati (c’ero anch’io) si recarono a Roma il giorno della visita del figlio del Re Vittorio Emanuele, della consorte e del figlio Emanuele Filiberto al Pantheon e consegnò loro la copia della deliberazione.
Questa è la storia. È una storia inconfutabile e sono contento di averla riscoperta, illustrata e promossa… checché se ne voglia o possa obiettare. Chi lo fa o lo ha fatto non ha capito o non vuole capire e questo è ancor più stupido.